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Il karate ai tempi del Covid

Andrea Franceschelli racconta il suo "karate sul quadrato"

Andrea Franceschelli è il responsabile del corso di karate organizzato quest’anno dal Csi. Mentre nei mesi primaverili le lezioni erano continuate prevalentemente online, in queste ultime settimane gli incontri (frequentati da una decina di corsisti) sono proseguiti in parte online ed in parte all’aperto, al parco delle Acque Minerali. Abbiamo contattato Andrea per capire come sia cambiata la metodologia di allenamento durante questo periodo pandemico.

«La voglia di continuare era tanta, siamo stati prevalentemente all’aperto fino a quando il tempo ce l’ha permesso – spiega – mentre a partire da queste ultime settimane le lezioni sono state soprattutto online. Per il momento, tra l’altro, chi abita al di fuori del comune di Imola è impossibilitato a venire agli incontri che si svolgono al parco, mentre quelli online consentono a tutti di seguire: in questo modo, quindi, riusciamo ad accontentare le esigenze di ciascuno.»

L’aspetto interessante è scoprire come le lezioni siano state ripensate per potersi adeguare alle esigenze legate alla situazione corrente. «Ogni allenamento si articola in due momenti di tre quarti d’ora ciascuno – continua Andrea – nella prima parte si lavora su potenziamento, riscaldamento e allungamento, in maniera molto simile rispetto a quando ci trovavamo in palestra. Nella seconda parte si lavora invece sulle tecniche, e qui ho dovuto pensare a delle soluzioni alternative dato che non potremo allenarci in coppia fino a quando non sarà passato questo periodo particolare. Ogni persona occupa un quadrato immaginario disegnato a terra, e all’interno di questo spazio si eseguono le varie tecniche. Per lavorare singolarmente occorre certamente un po’ di fantasia ma le tecniche rimangono comunque le stesse rispetto a quando ci si allena a coppie.»

Ma quanto cambia, per una disciplina come il karate, allenarsi da remoto piuttosto che in presenza? «Le lezioni online, a marzo, hanno permesso ai ragazzi di avere una valvola di sfogo: molti di noi lavoravano in smart working, quindi era comodo per tutti proseguire in questo modo. Un altro aspetto riguardo alle lezioni online che mi ha fatto piacere notare è che molti dei nostri figli in questo momento non hanno la possibilità di praticare il loro sport, quindi capita, a volte, che qualche genitore faccia esercizio davanti al computer insieme a suo figlio.»

Lorenzo Sbarzaglia 

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