Lo Sport che verrà: Meeting nazionale dirigenti CSI
A Roma l'incontro tra i dirigenti CSI e le figure chiave dello Sport italiano
Siamo partiti da Imola per Roma con la speranza di tornare con delle risposte sul futuro dello sport, ma siamo tornati con tanti dubbi su come sarà gestito lo sport nei prossimi anni. Ci è stato confermato che quasi certamente il 1° luglio diventerà operativa la nuova riforma dello sport, salvo piccoli dettagli che subentreranno, frutto dell'ascolto, ma senza sapere per certo dove, come ente di promozione, saremo collocati. Come ente di promozione sportiva abbiamo ascoltato e ricevuto gli elogi dai massimi esponenti dello sport, ma le parole, si sa, possono anche volare via. Tutti ci vogliono, tutti apprezzano l’impegno e la dedizione con cui il CSI si pone nei campi, negli oratori, nelle carceri, nelle parrocchie ma, anche per una questione di numeri, rischiamo di rimanere in mezzo al guado e non avere l'autonomia di fare delle scelte legate ai nostri valori. Allegoricamente ci troviamo in mezzo ad una lotta con i coltelli fra Coni e sport e salute per avere la gestione economica e di potere dello sport, dimenticando quali siano gli obiettivi del bene comune e gli strumenti necessari per raggiungerli. Sono 70 anni che il CSI si mette in gioco per promuovere attività sportiva per i giovani, organizzare campionati e offrire occasioni di sport a chi più avanti nell’età desidera continuare a “giocare”, accettando tutti e cercando di non fare discriminazioni di classe e di pensiero. Per noi è importante il valore della persona e l'aspetto educativo dei giovani e come noi siamo riconoscenti a chi ci ha insegnato, desideriamo poter essere un segno per i nostri figli, per i giovani. Per fare tutto ciò ci vuole impegno, competenza e tempo, molte volte sottratto alle nostre famiglie, ma che alla fine ci dà la serenità di avere provato a fare quanto secondo il nostro ideale era giusto fare. Non sempre è facile essere adeguati ai cambiamenti che avvengono nelle persone e nei giovani, alle esigenze che la vita frenetica impone, agli interessi che nel corso degli anni si sono fatti più “sofisticati” e ci imponiamo di non cadere nel comodo ritornello "abbiamo sempre fatto così " per creare momenti aggregativi e di gioia. Certamente la differenza la fa l'amore che ci mettiamo, aiuta a supera tanti ostacoli. Il CSI di oggi e del futuro non potrà essere quello di ieri, ma sono convinto che con amore impegno e dedizione riusciremo ad essere un segno.
Paolo Busato,
Presidente CSI IMOLA
Sono ormai al mio trentesimo anno di CSI, ho attraversato sei lustri e ho ricoperto tanti ruoli (atleta, dirigente, consigliere, presidente) e per me è stato ed è ancora un percorso di vita. Ho, quindi, avuto la possibilità di partecipare a tantissimi meeting, riunioni, convegni, tavoli di lavoro. Ebbene, a Roma mi è sembrato come se fosse il mio primo giorno di “scuola”. A Roma ho avuto la piacevole sensazione di ritrovare lo spirito vero del CSI, quello che mi ha fatto innamorare di questa Associazione: l’umanità degli associati e la loro volontà di mettersi in gioco per qualcosa di speciale.
Due anni e oltre di pandemia non hanno scalfito minimamente lo spirito ciessino, anzi mi sembra che l’Associazione abbia ritrovato sé stessa. Certo, ci sono i problemi di sempre, le difficoltà organizzative, tecniche, regolamentari; certo, le nuove normative hanno imposto man mano un adeguamento di tutto il sistema; certo, le risorse economiche sono sempre meno disponibili. Però una cosa è certa: il CSI ha mantenuto l’attenzione verso gli ultimi, verso i giovani, proponendo ancora una volta soluzioni “diverse“ dal solito formato sportivo.
È stato altrettanto edificante constatare la massiccia presenza di giovani tra i più di trecento convenuti: penso sia una dei meeting con la più alta percentuale di partecipanti over 30. È un grande segnale, questo! E allora ho pensato che la strada intrapresa trent’anni fa sia stata ed è ancora quella giusta, quella che mi piace e quella in cui mi ritrovo. Una strada lunga, a volte tortuosa, che non sempre è ben indicata ma che porta dritto al cuore: amicizia, umanità, gentilezza aiutano a realizzare meglio e più proficuamente il progetto educativo e sportivo del CSI. Sono elementi che ho rivisto in questa due giorni romani e che mi fanno ben sperare per il futuro.
Forza CSI!
Raffaele Costagliola,
Vice Presidente CSI IMOLA
La prima sensazione che mi porto a casa è stupore perché ho compreso meglio quando il CSI sia una realtà molto ben strutturata e con radici molto robuste. Lo avevo già provato ad Assisi nel 2016, ma qui a Roma l’ho rivissuto in modo molto forte.
Mi porto a casa anche sensazioni che mi motivano nel proseguire e migliorare le attività del comitato.
Quello che mi è piaciuto è senz’altro aver avuto la possibilità di comprendere meglio quali siano i meccanismi secondo cui lavora il nazionale ed a cascata il sistema stesso del CSI. Mi piace sentirmi parte del sistema e poter dare, nel mio piccolo, un contributo attivo.
Cosa cambierei? Vorrei vedere più attivismo da riportare anche al comitato. A volte sento troppe parole e vedo pochi fatti. Ma forse questo è normale, forse è una cosa fisiologica, mille se ne pensano ed una se ne fa.
Marco Ottaviani,
Consigliere CSI IMOLA