COMITATO TERRITORIALE C.S.I. DI IMOLA
12 gennaio 2024

Fabrizio Di Marco: gli Europei sono a un passo!

«L'obiettivo di questa stagione è una medaglia agli Europei Under 23. E c'è speranza per la prossima Olimpiade»

Giunti ormai a metà stagione, Fabrizio Di Marco è atteso da alcuni mesi che si riveleranno fondamentali per il prosieguo della sua carriera. Facciamo il punto con il suo maestro Michele Mazzetti, presidente dell’Accademia della Spada di Imola.

Come sta proseguendo il percorso di maturazione di Fabrizio?

Fabrizio ha partecipato, qualche settimana fa, ad una gara di coppa del mondo in Canada. Nell’arco della stagione ci sono 12 gare di questo tipo: gli atleti convocati sono 12, poi, tra questi, 4 vengono selezionati dal ct per partecipare alle Olimpiadi. Fabrizio, che è un classe 2002, non avrà la possibilità di partecipare alla prossima ma potrebbe farcela per quella successiva. La gara di Vancouver – che si è tenuta il 15 dicembre – è andata abbastanza bene: siamo riusciti a superare il girone per poi essere eliminati nella fase degli scontri diretti. Anche l’anno scorso, in Germania, le cose sono andate nella stessa maniera: il livello è molto alto e Fabrizio deve fare ancora esperienza, ma siamo già contenti di aver partecipato. Detto ciò, quest’anno potrebbe avere nuovamente la possibilità di partecipare ad una gara di coppa del mondo.

A che età un tiratore di scherma raggiunge la sua maturità?

Intorno a 26 anni. Fabrizio ne ha 21 e tra un paio di anni mi aspetto la sua maturazione definitiva. Mentre in altre nazioni che hanno un bacino di utenza meno ampio la carriera degli schermidori tende ad essere abbastanza lunga, da noi molti abbandonano una volta raggiunta la trentina d’anni: in Italia, infatti, il ricambio tra i più maturi e le nuove leve è costante e raramente troviamo alle Olimpiadi atleti che hanno superato i 30 anni. La spada, però, è una disciplina che, di per sé, si presta alla longevità se ci si allena con costanza e nella maniera corretta.

Com’è, invece, la situazione per quanto riguarda la categoria Under 23?

Riguardo a questa categoria Fabrizio ha la possibilità concreta di partecipare ai prossimi Europei, che si terranno in Turchia tra il 26 e il 30 maggio: ad oggi, infatti, rientra tra i quattro tiratori che il ct selezionerebbe per formare la squadra italiana. Tre di questi sono già sicuri ma lui si gioca il 4° posto: è in vantaggio ma dovrà difendere la sua posizione. Il 13 e il 14 gennaio saremo a Berlino per l’ultima delle gare Under 23 a cui dobbiamo partecipare, dopo quelle di Brindisi (3° posto) e di Colmar, in Francia (40° posto circa).

Pensi che la presenza del maestro sia determinante per un atleta nel momento della gara?

Seguo Fabrizio alle gare che il ct indica come di interesse relativamente all’Under 23 ma non riesco ad accompagnarlo alle gare Assoluti. Contrariamente all’opinione comune per me la presenza del maestro non conta: da questo punto di vista la scherma è come il tennis, nel senso che l’allenatore non può mai intervenire durante il gioco se non nel minuto di intervallo tra un tempo e l’altro. Non possiamo parlare, tantomeno urlare. Sicuramente il maestro può aiutare l’atleta a preparare l’assalto e a studiare l’avversario, ma, ripeto, durante le partite la mia utilità è molto poca. A volte i ragazzi hanno piacere che il loro allenatore sia con loro, ma credo che sia più una questione psicologica: la presenza del maestro può dare sicurezza. Quando accompagno un mio atleta ad una competizione di alto livello mi piace osservare con attenzione gli atleti avversari: come si preparano all’assalto, come si muovono, come si approcciano al match.

Qual è l’obiettivo tuo e di Fabrizio per questa stagione?

L’obiettivo di questa stagione è uno, gli Europei Under 23: puntiamo a una medaglia. Un risultato di questo tipo sarebbe importantissimo perché permetterebbe a Fabrizio di fare un passo importante verso il professionismo.  

Le Olimpiadi che si disputeranno tra quattro anni sono alla vostra portata?

Fabrizio non è nato performante ma lo è diventato con il duro lavoro e grazie a questo ha superato numerosi avversari che, fisicamente, erano più prestanti di lui. Ho fiducia negli atleti che lavorano e sono una persona ottimista: la parola che utilizzo per la prossima Olimpiade è “speranza”. Persone come Fabrizio hanno bisogno di tempo per lavorare sodo: più ne hanno e più riescono a ottenere risultati. Ci aspettano quattro anni di duro lavoro. Intanto, se a Berlino facciamo un bel risultato abbiamo un piede e mezzo agli Europei.

 

Lorenzo Sbarzaglia

In foto: Fabrizio Di Marco alla gara di coppa del mondo di Vancouver

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