COMITATO TERRITORIALE C.S.I. DI IMOLA
25 dicembre 2022

Facciamo squadra con Gesù allenatore

Auguri per un Santo Natale e un sereno 2023

Il cammino dell’attesa. Siamo ormai a pochi giorni dal Natale e, come sempre, si rischia di farci prendere dalla frenesia dei regali, della festa esteriore, delle luce… ma ci accorgiamo e accogliamo Colui che viene: Gesù, il Salvatore? Per capire in quale mondo ci porta, dobbiamo vedere chi ha preparato la sua venuta e come è venuto! Quelli che lo hanno preparato sono proprio una “bella squadra”: Isaia («la vergine partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele, Dio con noi»); Giovanni Battista (“Preparate la via del Signore”); Maria (“Eccomi”); Giuseppe (“Non temere di prendere con te Maria tua sposa… colui che nasce è opera dello Spirito Santo”); senza dimenticare l’asino e il bue che lo riscalderanno al suo arrivo, la cometa che invita i Magi e gli angeli che lo annunciano ai pastori. Sono proprio una super squadra, anche se apparentemente sembrano lontani gli uni dagli altri e ognuno sembrano camminare in modo individuale anche con secoli di distanza. In realtà Dio Padre li ha scelti per un obiettivo ben comune: accogliere suo Figlio che viene a rende l’umanità libera dal peccato. Per questo il Signore attraverso i suoi messaggeri (angeli e profeti) ripeterà frequentemente e a tutti: “Non temere”, perché anche noi possiamo capire che come loro siamo invitati a incontrare questo Gesù, camminare nella vita insieme a Lui e portarlo a tutti quelli che incontriamo sulle nostre strade!

Papa Francesco. Pochi giorni fa, il 15 dicembre, incontrando gli iscritti della Azione Cattolica Ragazzi, ha ripetuto che in un mondo che tende a isolarci, occorre fare squadra e prendersi cura gli uni degli altri. Si rivolge ai ragazzi, ma credo che sia un messaggio per tutti noi: «Questo è un grande rischio per un ragazzo e una ragazza oggi: passare le giornate tenendo davanti agli occhi lo schermo di un telefonino. No, i nostri occhi sono fatti per guardare quelli degli altri. Non sono fatti per guardare in basso un mondo virtuale che teniamo tra le mani, ma per alzare lo sguardo al cielo, a Dio, e per guardare negli occhi chi ci vive accanto». E conclude: «Il punto di partenza è vedere in ogni persona non un avversario, ma un compagno di squadra, un figlio di Dio, in modo particolare i più piccoli, i poveri, i dimenticati, gli scartati, quelli di cui nessuno si cura: pensare a loro e a ciò di cui necessitano è il segreto per rendere più bello, giusto e pacifico il nostro mondo, che di pace ha tanto bisogno».

Natale e Sport. a) Premessa. Verrebbe da chiedersi che cosa c’entra lo sport con tutto questo. Mi rifaccio a un documento della Chiesa di 4 anni fa intitolato “Dare il meglio di sé”, che forse la pandemia e le guerre con relative crisi mondiali ci hanno fatto forse un poco dimenticare. Ci venivano indicati in partenza 3 aspetti fondamentali: I) Lo sport è un luogo di incontro dove persone di ogni livello e condizione sociale si uniscono per ottenere un risultato comune, senza distinzioni di razza, sesso, religione o ideologia. II) Lo sport è anche un veicolo di formazione per lo spirito di gruppo, il rispetto, un sano agonismo e la solidarietà con gli altri. III) Infine, vorrei sottolineare il ruolo dello sport come mezzo di missione e santificazione. Lo sport può aprire la strada verso Cristo in quei luoghi o ambienti dove per vari motivi non è possibile annunciarlo in maniera diretta. Dare il meglio di sé nello sport è anche una chiamata ad aspirare alla santità.

b) Che cosa trasmette Gesù con la sua venuta a tutti i settori della vita umana, sport compreso?

I) È nato senza grandi mezzi umani. Maria e Giuseppe arrivano in una Betlemme piena per il censimento e non trovano alloggio. Non si scoraggiano e cercano riparo in una grotta, che faceva da stalla per gli animali! Non si scoraggiano e attivano tutto il loro impegno e la loro dolcezza per accogliere quel Bimbo che il Signore dona loro. In un tempo dove spesso conta più quello che si ha di quello che si è, viene da domandarci: è più frequente la lamentela di quello che non abbiamo o il coraggio di usare bene quello che abbiamo, compresi i doni che Dio ci ha dato della intelligenza e della creatività?

II) È vissuto spesso contestato da Scribi e Farisei. Gesù non solo non è scoraggiato, ma ha continuato ad annunciare la verità, fedele al Padre e alla sua missione; è stato premuroso con gli “ultimi”, quelli che gli altri disprezzavano o scartavano; ha accolto tutti con la grandezza del cuore amorevole del Padre. Anche qui una domanda: In mezzo ai disagi, alle fatiche, a quelli che criticano il nostro operato, abbiamo ceduto o abbiamo scelto la coerenza alla missione che Dio ci ha dato e ai valori in cui crediamo?

III) È morto in croce. Gesù pare sconfitto: è morto ed è sepolto! È la fine di tutto il sogno di Dio? No. Il Padre lo fa risorgere, appare agli apostoli, li incoraggio per far capire che non è la fine, ma solo l’inizio di una nuova storia che li coinvolge. Ancora una domanda: il Covid, la crisi economica… hanno fermato per qualche tempo molte attività umane, tra cui quelle sportive. Abbiamo la forza e la voglia di ripartire?

iv) Il piccolo gruppo. Nella sua vita terrena, Gesù aveva con sé un piccolo gruppo, tra cui ne sceglie dodici e li manda! Ma come potranno cambiare il mondo? Eppure col dono dello Spirito Santo ci sono riusciti! Anche oggi il Signore ci chiede di agire come loro: Fare alleanze educative? Ma con chi? L’ultimo capitolo di “Dare il meglio di sé” parla di una “strategia educativa” che sostenga: educatori sportivi, professionisti, genitori, volontari, sacerdoti e persone consacrate. Questo è solo un piccolo elenco, perché credo che dobbiamo avere il coraggio di allearci con tutti quelli che amano sinceramente la vita; con tutti quelli che amano ogni essere umano, specialmente ragazzi e giovani; con tutti quelli che vogliono abbracciare il mondo mettendo in gioco il meglio di sé per l’umanità intera! 

Auguri. Se riusciamo a vivere questi valori e questi atteggiamenti, il Natale sarà lì, perché dove le persone si accolgono, si rispettano e si amano, è sempre presente il Signore. Con l’augurio di mettersi in gioco con gli altri e con Dio, “senza accontentarci di un mediocre pareggio”, ma per vincere la partita della vita.  A tutti quelli che operano nel mondo dello sport, auguri di un sereno e santo Natale

 

Don Gianni Regoli, Assistente ecclesiastico CSI Imola