COMITATO TERRITORIALE C.S.I. DI IMOLA
23 dicembre 2021

Con gioia faccio festa con te!

Di don Gianni Regoli, Ufficio Pastorale per lo Sport e Assistente Ecclesiastico CSI IMOLA

Lo scorso anno, iniziavo la mia riflessione sul Natale con una domanda: “Ci sarà il Natale 2020?” e
chiudevo richiamando il senso di alcune parole-chiave nei nostri ambiti di vita fedeltà, servizio, amabilità,
collaborazione, impegno, chiarezza delle relazioni, gioia, aiuto reciproco.


Quest’anno, in una realtà sociale che cerca di tornare alla “normalità”, mi sono chiesto che cosa ci
poteva essere di nuovo da dire per accogliere questo Gesù che ci chiede ancora di venire tra noi. Ho
scelto, per me e per chi leggerà, alcune risposte più significative a un’intervista al filosofo Cacciari di
qualche anno fa, prima del COVID ma ancora molto attuali. È una provocazione chiara e puntuale per
rinnovarci la domanda: “Ma, per me, che cos’è il Natale?”. «Sono i cristiani i primi ad aver abolito il Natale…
l'indifferenza regna sovrana e avvolge un po' tutti: i laici e i cattolici... io che non sono credente, mi
interrogo: il cristianesimo è qualcosa con cui mi confronto tutti i giorni, ha dato un contributo straordinario
alla nostra storia. Capisce? Non Dio che stabilisce una relazione con gli uomini, ma Dio che viene
sulla terra attraverso Cristo. Vertiginoso… la nostra società è anestetizzata, il Natale è una specie di raccontino
edificante che spegne le inquietudini... si è perso l'abc. La prima distinzione non è fra laico e cattolico,
ma fra pensante e non pensante. Se uno pensa, come pensava il cardinal Martini, allora si interroga
e se si interroga prima o poi viene affascinato dal cristianesimo, dal Dio che si fa uomo scandalizzando
gli ebrei e l'Islam... anche dalle loro parti si è persa la portata profonda del fatto religioso, si dimentica
la dimensione spirituale... il dialogo parte dalla consapevolezza… nei musei davanti a quadri con
soggetto religioso occhi sbarrati che non sanno, sono smemorati come il nostro tempo… il filosofo non
può credere, però è inquieto e riflette. La ricerca a un certo punto si avvicina alla preghiera. Certo, il fedele
è convinto che la sua preghiera sia ascoltata, il filosofo prega il nulla. Però resta stupefatto davanti
al mistero, come Maria: generare Dio».


Il tempo dell’Avvento ci insegna cosa spetta a noi fare: andare incontro. Come?
A) Fate attenzione: “sveglio e attento” alla Parola e al grido dei poveri nella realtà in cui mi muovo.
B) Vegliate: guardare avanti per vedere l'alba, il futuro. Dio si fa da parte, si fida dell'uomo, gli affida il
mondo. Ma l’essere umano ha diviso il mondo in due: chi è ricco e chi è povero (centro e periferia). Grave
dimenticanza è aver dimenticato che ci salviamo insieme o periamo insieme: la fame dell'oro porta
alla guerra, e la guerra alla disperazione, la disperazione alla morte.
Ma Dio si fida ancora di noi e manda Giovanni Battista a dare testimonianza e gridare: “Preparate la
via del Signore”. Ci manda Maria, che ci educa all’ascolto silenzioso aperto alla sorpresa, al desiderio di
capire e alla gioia di dire senza paura: «Eccomi».
Dio si fida ancora di noi nel Natale che viene con due avvenimenti speciali per la nostra diocesi: il
Giubileo della Cattedrale e i Sinodo, che ci invita - come cristiani - ad aprirci al dialogo con ogni persona.
Pensiamo ancora a Giuseppe e Maria. Giuseppe sente il contrasto tra una regola ebraica (“toglierai di
mezzo il peccatore”) e quello che vorrebbe fare (ama Maria e non vuole farle del male)! Non parla ma sa
ascoltare Dio. Eccoli i giusti: «la nostra unica regola è l'amore; lasciare la regola ogni volta che essa è in
contrasto con l'amore». Maria e Giuseppe, poveri di tutto ma non d'amore, sono aperti al mistero. Se c'è
qualcosa sulla terra che apre la via all'assoluto, questa cosa è l'amore. Il cuore è la porta di Dio.

Lo sport cosa c’entra? Papa Francesco spesso ha richiamato come la vita di ogni essere umano abbia
bisogno di educazione (famiglia, scuola, chiesa), lavoro (Stato e impegno sociale) e sport (divertimento
non solo ludico, ma anche artistico e di confronto).


Rileggiamo la venuta di Gesù nel linguaggio sportivo collegato con la liturgia.
A) Attesa. In attesa di una gara importante si accentuano gli allenamenti, si esce dai ritmi frenetici di
ogni giorno per concentrarci su quell’evento sportivo… l’alternativa è arrivare impreparati. Così è per il
Natale! La liturgia ci dice che dobbiamo riempire i burroni dei nostri errori e impegnarci… l’alternativa è
non riconoscere Gesù, la luce che viene a noi.
B) Incontro Ogni Società si ritrova prima, cerca le strategie migliori sia per sport di squadra che individuali…
la stessa cosa che fa l’altra Società! In sostanza diventa un incontro tra persone che hanno un
obiettivo comune: dare il meglio di sé! Il Natale è l’incontro con la vita in una “società” più grande, fatta
di tutti gli uomini della terra… l’obiettivo è un vero incontro e una vera accoglienza per riconoscere in
ognuno quel “Bambino di Betlemme”!
C) Gioia, che può diventare “sorpresa”. Se guardiamo le facce degli atleti di ogni sport, vediamo con
facilità la gioia di riuscire a realizzare quanto preparato in allenamento o quando il punto può essere un
po’ fortunoso o quando qualcuno fa ancora meglio di quanto preparato in allenamento. La liturgia usa
questa parola in tante occasioni di Avvento: “Gioite perché la vostra salvezza è vicina”, che possiamo
tradurre: “L’obiettivo della vostra vita è più vicino!”. Ecco, qui arriva Gesù: il più grande dirigente e allenatore
della storia umana (senza offesa per nessuno). Si è messo a fare da guida: ha accolto attorno a sé
gli apostoli, si è messo davanti quasi a tirare la volata, a dare l’esempio… Ha allenato i suoi a mettersi in
gioco: “Chi perderà la propria vita per me la ritroverà”. Ha dato l’esempio fino a morire in croce… pensiamo
ai suoi apostoli, ai santi, soprattutto i martiri! Ha dato fiducia… pensiamo a Pietro che lo rinnega e
Lui continua a fidarsi affidandogli la guida della Chiesa! Se Gesù ci sembra troppo alto, pensiamo allora a
Giuseppe, essere terreno come noi: allenatore ben preparato e allenato! Sa ascoltare Maria e Gesù, sa
fidarsi di loro e sa scegliere con coraggio nei momenti difficili!


Credo allora che in ogni realtà ecclesiale ci debba essere, insieme agli altri educatori, anche la presenza
di un animatore in ambito sportivo per avere unità di intenti in un vero cammino educativo. Inoltre
credo che all'interno di ogni comunità debba esserci nei gruppi e negli organismi parrocchiali
l’attenzione a chi fa attività sportiva, andando talvolta - individualmente o a piccoli gruppi - a vedere le
loro gare, diventando amici… è un modo per diventare “famiglia” e farli sentire accolti e amati.

Mi permetto di chiudere con mio sonetto di augurio a tutti:
Viene a noi il Re di pace,
Che ci porta la speranza,
Ma la guerra, ahimè, mai tace
Per la poca tolleranza.
Tante luci e tanti suoni
Par che dican tanta festa,
Pur con tutti sti frastuoni
Il cuor nostro non si desta.
Ha bisogno di provare
Una pace dentro sé,
Con la gioia di trovare
Se in tutto un senso c’è.
Questo voglio augurare:
Gesù dia festa anche a te!
Buon Natale.

 

Don Gianni